Approfondimenti

Ed eccoci nel mio studio. Qua è dove tutto comincia. Quello che penso è che molto spesso ci sono un po' di fraintendimenti e cose non chiare quando si parla di psicologia, di terapia o su cosa significhi realmente "andare dallo psicologo"  e questo porta spesso un po' di confusione, in particolare a chi non è del mestiere. Credo anche che questo possa intimorire chi già è in un momento di particolare confusione della sua vita. In questa pagina vorrei provare a approfondire alcuni aspetti e rispondere quindi ad alcune domande che spesso mi vengono poste dalle persone che incontro quotidianamente. Spero di farlo nel modo più chiaro, semplice e comprensibile possibile. 

Hai qualche domanda? Proviamo a capirci qualcosa insieme.

Scrivimi. 

Quale è la differenza tra psicologo e psicoterapeuta?

22 Novembre 2024

Psicologo e Psicoterapeuta: Differenze Giuridiche e Professionali

Questa è una delle domande che mi viene posta più di frequente (e meno male!). Spesso si tende a confondere le figure professionali dello psicologo e dello psicoterapeuta, due ruoli che, seppur complementari, si distinguono per percorso formativo, competenze e ambiti di intervento. Cerchiamo allora di fare un po' di chiarezza. Approfondiamo le differenze giuridiche e professionali tra queste due figure, in modo da avere una prima bussola per orientarsi per chi magari non ha mai fatto un percorso psicologico o anche per chi invece ha già affrontato questa strada in passato ma non ha ben chiaro chi era la persona seduta davanti a lui!

Cominciamo con le cose che hanno in comune.

  • Formazione di Base in Psicologia: Entrambe le figure condividono una solida base formativa nella disciplina psicologica. Lo psicologo e lo psicoterapeuta studiano i processi mentali, emotivi e comportamentali e possiedono competenze fondamentali per lavorare nel campo della salute mentale.

  • Adesione ai Principi Deontologici: Sia lo psicologo che lo psicoterapeuta sono tenuti a rispettare il Codice Deontologico degli Psicologi, che regola l'etica professionale, la tutela della privacy e il rispetto della dignità della persona.

Oltretutto mi sembra fondamentale sottolineare che:

N.B! Ogni Psicoterapeuta è uno Psicologo iscritto all'Ordine. La psicoterapia è una specializzazione dello psicologo. Non esistono alternative. 

Questo significa che si può incontrare uno psicologo che non sia psicoterapeuta, anche perché l'ambito di intervento dello psicologo è molto ampio, ma non uno psicoterapeuta che non sia psicologo! 

Ma chi è lo Psicologo? E esattamente cosa fa?

Cominciamo a capire cosa ci dice la legge:

"1. Definizione della professione di psicologo.

La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito".

"2. Requisiti per l'esercizio dell'attività di psicologo.

Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l'abilitazione in psicologia mediante l'esame di Stato ed essere iscritto nell'apposito albo professionale." 

Questo è quello che dice la legge 56/89 appunto, che regola la professione di psicologo. Chiaro no?

Formazione e Ambiti di Intervento

Lo psicologo è un professionista della salute mentale che ha conseguito una laurea magistrale in Psicologia e ha superato l'Esame di Stato per l'abilitazione alla professione, requisito fondamentale per l'iscrizione all'Albo degli Psicologi della propria regione· Questo iter è regolamentato dalla Legge n· 56 del 18 febbraio 1989, che disciplina la professione di psicologo in Italia·

Lo psicologo si occupa quindi di:

  • Valutazione psicologica mediante colloqui, test e strumenti standardizzati·
  • Consulenza e supporto psicologico per individui, coppie, famiglie e gruppi.
  • Promozione del benessere psicologico e prevenzione del disagio.
  • Interventi in ambito educativo, aziendale e sociale·

N.B! Lo psicologo non può, in nessun caso, prescrivere farmaci, queste sono competenze riservate allo psichiatra!

E lo Psicoterapeuta? Di cosa si occupa?:

Anche qua vediamo cosa ci dice la legge:

3. Esercizio dell'attività psicoterapeutica.

" L'esercizio dell'attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all'articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica"

Formazione e Specificità Professionali

Lo psicoterapeuta quindi è uno psicologo (o un medico) che ha conseguito una specializzazione post-laurea in psicoterapia, frequentando una scuola riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR)· Questo percorso dura almeno quattro anni e include una formazione teorica e pratica intensiva, con tirocini obbligatori supervisionati·

Le competenze dello psicoterapeuta includono:

  • Diagnosi e trattamento dei disturbi psicopatologici·
  • Utilizzo di tecniche e approcci terapeutici specifici (ad esempio, sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, psicoanalitico)·

Lo psicoterapeuta ha dunque il mandato di intervenire in modo più profondo e mirato rispetto allo psicologo, affrontando problematiche che richiedono un trattamento clinico·

Ma che differenza c'è?

Le Differenze Giuridiche

La principale differenza giuridica risiede nel titolo e nell'ambito di competenza· Lo psicologo è abilitato a esercitare attività di valutazione e supporto psicologico, ma non può praticare psicoterapia, a meno che non abbia completato la specializzazione· L'abilitazione alla psicoterapia, come abbiamo visto, è regolata dalla stessa Legge n· 56/1989 e dall’articolo 3, che stabilisce che solo chi è iscritto nell’apposito elenco degli psicoterapeuti può esercitare tale attività·

Perché è Importante Conoscere la Differenza

Capire la distinzione tra psicologo e psicoterapeuta è fondamentale per scegliere il professionista più adatto alle proprie esigenze· Per problematiche legate al benessere psicologico, allo stress o a momenti di difficoltà, può essere sufficiente rivolgersi a uno psicologo· Nei casi in cui, invece, siano presenti sintomi più complessi o si renda necessario un trattamento terapeutico strutturato, è opportuno affidarsi a uno psicoterapeuta.

Conclusioni

Sia lo psicologo che lo psicoterapeuta sono figure essenziali nel panorama della salute mentale, ma è importante comprendere le specificità di ciascuno per valorizzarne il ruolo e ricevere il supporto più adeguato· Informarsi sulla formazione e le competenze del professionista a cui ci si rivolge rappresenta un primo passo verso un percorso di cura efficace e consapevole. Se hai bisogno di sostegno in un momento di difficoltà è sempre e comunque importante chiedere informazioni sulla formazione e le competenze del professionista a cui ci si rivolge. E' un tuo diritto!

Come ribadisce l'ordine degli psicologi della Toscana:

"Per esercitare la professione di psicologo è necessario essere iscritti all'Albo professionale!!
E’ importante verificare che il professionista a cui ti rivolgi sia regolarmente iscritto all'Ordine professionale. 
Nella sezione Albo degli Iscritti è possibile consultare l’Albo dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. Alcuni professionisti, anche se operanti in Toscana, potrebbero  essere iscritti presso una diversa articolazione regionale dell’Ordine e non comparire nel suddetto elenco, in questi casi è possibile verificare l’iscrizione sul sito del Consiglio Nazionale degli Psicologi (CNOP) che presenta l’Albo nazionale di tutti gli psicologi/psicoterapeuti."

 

Mi raccomando! Mettiti in buone mani!!

 

Approccio Relazionale Sistemico?  Ma che vuol dire? 

30 Marzo 2025

 

Beh ci sarebbe proprio tanto da dire per rispondere a questa domanda, ma cerchiamo di restare sul semplice!

Dunque, ogni approccio teorico in psicologia ("Dottore, ma lei di che orientamento è"?) descrive un modo per cercare di comprendere la complessità dell'essere umano. In questo senso potremmo dire che ogni approccio (psicanalisi, cognitivo-comportamentale, analisi transazionale ecc..) è un po' come un paio di occhiali che decidiamo di indossare che ci permettono (a noi psicologi) di guardare al mondo e al funzionamento degli esseri umani.

L'approccio sistemico relazionale, gli "occhiali" che io ho scelto di usare per guardare la realtà (ammesso che ne esista una),  è una prospettiva teorica e terapeutica che si concentra sulla connessione tra i membri di un sistema: l'approccio Sistemico Relazionale.

Cominciamo dall'inizio. Ma cosa è un sistema?

Un sistema può essere la famiglia, la coppie, la scuola o qualsiasi altro contesti relazionali in cui siamo inseriti nella nostra quotidianità. Questo modello si fonda sull'idea che i problemi individuali non possono essere compresi isolatamente, ma devono essere visti come il risultato di dinamiche interattive tra le persone coinvolte all'interno dei contesti nei quali vivono. In altre parole, ogni individuo è influenzato dal sistema di cui fa parte e, contemporaneamente, influisce su di esso.

Ma chi l'ha detto?

L'approccio sistemico-relazionale si radica nelle teorie dei sistemi di Von Bertalanffy e nasce, come radice, dalla psicanalisi  e, tra gli altri, nel pensiero di Gregory Bateson, uno dei principali pionieri in questo campo. Bateson, nel suo lavoro "Verso un’ecologia della mente," sottolinea come le relazioni tra i membri di un sistema influenzano profondamente i comportamenti, i pensieri e le emozioni degli individui. In particolare, con il concetto di "circolarità",  si comincia a pensare che le azioni di un individuo non siano mai unicamente spiegabili dalla logica lineare di causa-effetto, ("Guardi Dottoressa, non è colpa mia! E' lui che fa così, se solo cambiasse, allora sarebbe tutto diverso..!") ma  da una serie di reazioni che si autoalimentano in un processo continuo. Questa è la logica circolare.

Io non ho capito.

Facciamo un esempio. Uno dei più diffusi sistemi che conosciamo e che è universalmente riconosciuto alla base della nostra società è la famiglia. Un altro teorico fondamentale per l'approccio sistemico-relazionale, Salvador Minuchin,  descrive la famiglia come un sistema composto da sottosistemi, in cui ciascun membro svolge un ruolo che mantiene l'equilibrio (o disequilibrio) del sistema stesso. L'intervento terapeutico mira a ristrutturare queste dinamiche, in modo da favorire il benessere di tutti i membri del sistema.

Il concetto di sistema e relazione

Un aspetto centrale dell'approccio sistemico-relazionale è la nozione di "sistema" quindi, inteso come un insieme di elementi connessi. Partendo da questi presupposti, non è solo l'individuo ad essere osservato, ma l'intero sistema relazionale che lo circonda. Ogni membro di un sistema (familiare, lavorativo, scolastico ecc.) svolge un ruolo che contribuisce al mantenimento o alla trasformazione dell'equilibrio del sistema stesso.

Le relazioni tra i membri sono quindi viste come il terreno utile per la comprensione dei disagi psicologici. Non si cerca di individuare un "colpevole" per un problema, ma di esplorare le modalità di interazione che potrebbero aver contribuito alla sua manifestazione. Ad esempio, un conflitto familiare può essere letto non solo come un problema tra due persone, ma come il risultato di una serie di dinamiche complesse, tra cui la comunicazione disfunzionale, le influenze tra generazioni, i ruoli rigidi o la mancanza di confini chiari tra i membri della famiglia. In terapia, l'approccio sistemico-relazionale è orientato al cambiamento delle dinamiche interpersonali, piuttosto che al trattamento di singoli sintomi. E' un po' come partire dall'idea che osservare solo il singolo individuo sia un po' come guardare dal buco di una serratura che ci mostra solo una parte relativamente piccola di ciò che osserviamo e, spesso, quello che vediamo risulta incomprensibile fintanto che non allarghiamo il nostro punto di osservazione.

Un esempio potrebbe essere una famiglia che si trova ad affrontare il comportamento problematico di un adolescente. Sappiamo tutti quanto sia complicato questo periodo di vita, e quanto a volte possa mettere in crisi intere famiglie. Invece di concentrarsi esclusivamente sul difficile comportamento del giovane, possiamo provare a capire il modo con cui i genitori e gli altri membri della famiglia rispondono a tale comportamento, possiamo forse identificare schemi disfunzionali non immediatamente visibili che potrebbero contribuire al problema.

La comunicazione gioca un ruolo fondamentale in questo approccio. I terapeuti sistemici utilizzano tecniche specifiche per migliorare la qualità della comunicazione tra i membri del sistema, come l'insegnamento di come esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro e non accusatorio. La meta-comunicazione, ovvero la comunicazione riguardo al modo in cui si comunica, è spesso un punto di intervento chiave.

Immagina una coppia che si rivolge alla terapia per affrontare problemi di comunicazione. Invece di concentrarsi solo su ciò che ogni individuo dice o fa, il terapeuta esplora come i due partner interagiscono tra loro e come i loro comportamenti sono legati a schemi più ampi, ad esempio la storia familiare, le aspettative sociali e le dinamiche di potere. Il terapeuta potrebbe aiutare i partner a riconoscere modelli di comunicazione che mantengono la distanza emotiva, come il rifiuto o la squalifica, e a sostituirli con modi di interagire più aperti e rispettosi.

L'approccio sistemico-relazionale offre una visione dinamica e complessa dei problemi psicologici, in cui l'individuo non è mai considerato come un nucleo isolato, ma sempre come parte di una rete di relazioni. È un approccio che favorisce la consapevolezza delle interazioni tra le persone, promuovendo il cambiamento attraverso l'evoluzione delle dinamiche relazionali. Così facendo, non solo si favorisce il benessere individuale, ma si lavora anche per il miglioramento della qualità delle relazioni, con un impatto positivo sull'intero sistema.

Come affermava Minuchin, "Il cambiamento non avviene solo a livello individuale, ma all'interno della rete di relazioni". Questo è il cuore della terapia sistemica: il cambiamento avviene nel contesto relazionale, influenzando profondamente la vita degli individui.

Chiaro no?

 

Ovviamente gli autori importanti sono molti. Loro sono solo alcuni!